Guida al blackjack
Moltissimi poker player si stanno interessando sempre più spesso ad altri giochi online: è risaputo che da qualche tempo in tanti si siano appassionati a un gioco di strategia chiamato HeartStone, game di carte collezionabili in qualche modo simile al famoso Magic The Gathering. Altri invece non hanno abbandonato la passione per carte francesi e hanno preferito dedicarsi al blackjack, uno dei grandi classici delle sale da gioco.
Proprio di quest’ultimo vogliamo parlarvi nel corso di quest’articolo, scoprendo le regole base e le migliori strategie da utilizzare, che un po’ come nel poker texas hold’em sono alla base di una buona riuscita per coloro che aspirano a giocare a un livello professionale. Non è infatti un mistero che molti campioni del poker, come per esempio Phil Ivey, siano grandi appassionati di blackjack e passino diverse ore al tavolo del “ventuno” quando si trovano nei casinò.
Per chi non avesse una particolare familiarità con questo gioco, introdurremo brevemente la storia e le regole principali, anche se proprio in modo similare al poker anche del blackjack esistono numerose varianti. Per praticità analizzeremo le dinamiche del blackjack classico e forniremo poi un’idea di quelle che sono le migliori tattiche da utilizzare in questa particolare versione.
Storia del blackjack
Innanzitutto bisogno specificare che, contrariamente a quel che si crede, il blackjack è un gioco di origine europea, nato in Francia nel corso del diciottesimo secolo col nome di “Vingt-et-un” (il punteggio massimo del gioco), anche se alcune fonti parlano di una testimonianza precedente dello scrittore spagnolo Miguel de Cervantes, il quale avrebbe parlato di un gioco molto simile al blackjack in uno dei suoi racconti del XVI secolo.
Ad ogni modo il gioco ha assunto una dimensione planetaria dopo il suo arrivo negli Stati Uniti, dove ha preso il nome del punto più alto: infatti nella versione a stelle e strisce se si riusciva a ottenere un 21 con l’asso e il jack di picche si vinceva dieci volte la posta puntata. La regola venne ben presto soppressa ma il gioco mantenne il nome di “blackjack” anche negli anni successivi.
Regole del blackjack
Come accennato in precedenza, l’obiettivo di ogni giocatore seduto al tavolo del blackjack è proprio quello di ottenere un punteggio di 21, ovvero il punto più alto per vincere, ma come scopriremo non il più alto realizzabile: esiste infatti la possibilità di “sballare”. Nel blackjack le carte assumono il loro valore nominale, ad eccezione delle figure che valgono tutte 10 e dell’asso che può valere 1 o 11. All’inizio di ogni mano i giocatori effettuano la propria puntata e ricevono dal mazziere una carta scoperta, che alla fine del giro ne assegna una anche a se stesso. Dopo di che il dealer assegna una seconda carta scoperta a tutti i giocatori, senza però distribuirne una per sé. A questo punto tutti i giocatori hanno un “punto” in mano e possono decidere se “stare” o “chiamare” un’altra carta. Con la terza carta i giocatori possono migliorare il proprio punto o “sballare”, cioè superare il limite di 21, perdendo automaticamente la propria posta.
Quando tutti i giocatori hanno completato il proprio punto, il dealer si assegna una seconda carta scoperta: a seconda del punteggio realizzato egli dovrà “chiamare” o “stare”. Infatti se ha un punto pari o inferiore al 16 dovrà per forza chiedere una terza carta, se ha 17 o più è obbligato a stare. Se è il banco a “sballare”, tutte le puntate ancora presenti sul tavolo vengono pagate.
Una volta che anche il mazziere completa il punto, egli paga tutti i punti superiori al suo e riscuote le poste dei giocatori perdenti, mentre le mani che hanno valore pari alla sua riprendono la posta iniziale.
I vincitori incassano il doppio di quanto puntato (la posta originale più una posta di guadagno) mentre in caso di blackjack (un 21 realizzato con le prime due carte) il giocatore porta a casa 2 poste e mezzo (la posta originale più una posta e mezzo di guadagno). Nel caso in cui anche il dealer realizzi blackjack la mano viene considerata pari.
Esistono poi delle particolari casistiche che si verificano nel corso della mani e che conducono a dei tipi di giocata particolari: il raddoppio, lo split e l’assicurazione.
Il raddoppio si verifica quando un giocatore decide di moltiplicare la sua scommessa impegnandosi a chiedere solamente una carta dopo le prime due che gli sono state assegnate. In alcuni casinò è possibile solo quando il giocatore ha un punteggio tra 9 e 15.
Lo split può avvenire quando un giocatore riceve due carte dello stesso valore e decide di dividerle in due mani distinte, sulle quali potrà piazzare due poste separate e giocarle come mani singole.
L’assicurazione può essere richiesta dai giocatori quando la prima carta scoperta del mazziere è un asso: pagando un’assicurazione equivalente a metà della propria scommessa, il giocatore guadagna una somma pari alla propria assicurazione nel caso in cui il dealer completi un blackjack.
Strategia nel blackjack
Ora che abbiamo ben chiare le regole del gioco, occorre parlare di strategia. Essendo un gioco incentrato fortemente sulla matematica, esistono delle tecniche basate proprio sul calcolo delle percentuali e che sono riassunte in delle tabelle elaborate dal MIT, Massachusetts Institute of Technology, una delle università più importanti d’America. Curiosamente anche il film “21”, dedicato proprio al blackjack, racconta una storia che vede protagonisti studenti e professori del MIT.
La strategia viene elaborata per punti “hard” e “soft”, cioè quelli composti o meno utilizzando un asso. Nelle tabelle è indicata con “S” la giocata “stare”, con “H” il chiedere carta”, con “Dh” il raddoppio e con “SU” la resa, che però è spesso vietata dalle regole delle case da gioco e può essere in questo caso sostituita con la richiesta di una carta. In tutti i casi è sconsigliato chiedere l’assicurazione.
Esaminando la tabella dei punti soft hard, vediamo che con un punteggio tra 17-20 non bisogna mai chiedere un’ulteriore carta, mentre se si ha un punteggio tra il 16 e il 14, bisogna stare solo se il banco ha una carta compresa tra il 2 e il 6. Negli altri casi conviene chiedere una carta o la resa. Nei punteggi inferiori, 11, 10 o 9, in molti casi conviene raddoppiare la puntata e chiedere carta. Con i punteggi minimi, da 5 a 8, bisogna sempre chiedere carta.
Nelle mani “soft” invece la strategia cambia, vista la possibilità di poter usare l’asso sia come 1 che come 11. Conviene stare solo con A8 o A9, mentre già con A7 e A6 ci sono delle casistiche in cui conviene chiamare o addirittura raddoppiare. Stesso discorso per mani più basse, sino all’A2 e A3 in cui bisogna prevalentemente chiamare la carta.
Nella tabella degli “split” vediamo come sia poco vantaggioso sdoppiare mani che ci hanno già condotto in prossimità del 21: dunque con due carte che valgono dieci bisogna stare. Discorso diverso per 99 e 88 con le quali è più profittevole giocare due mani separate. Vanno invece giocate come mani normali le coppie quando il banco ha una carta superiore al 7. Va ovviamente sempre divisa una coppia d’assi.